Recensione “Il ministero della Suprema Felicità” – Arundhati Roy

Autore : Arundhati Rosy
Casa Editrice : Guanda

“Ci sono contesti in cui solo la letteratura riesce a dire la verità. Se viaggi o vivi in Kashmir (…) non basta riuscire a produrre rapporti sulle violazioni dei diritti umani, articoli di giornale o cataloghi di morti e scomparsi. La letteratura invece può raccontare cos’è davvero il terrore: quello delle persone terrorizzate e quello delle persone che terrorizzano, il terrore dei soldati e quello delle persone che non sanno se i loro figli torneranno a casa domani.”

In una Delhi piena di contraddizioni, in questo romanzo, incontriamo personaggi surreali dove si percepisce la loro esclusione dalla realtà circostante.

Ben diversi da loro i tre protagonisti dimostrano un’esistenza destabilizzante, molto concreta ed a tratti effimera. Una bambina sul marciapiede tra mille rifiuti, una donna amata da tre uomini e poi c’è Aftab che apre il suo tappeto in un cimitero in cui ha scelto di vivere. Si passa dunque in luoghi in cui tutto è il contrario di ciò che appare, da quartieri sporchi a centri commerciali splendenti da zone degradate ad altre piene di fascino fino ad arrivare a paesaggi mozzafiato.
Grazie alla speranza ed ai sentimenti puri i personaggi troveranno la loro salvezza, dando il senso a questo libro con momenti di felicità e dolore, silenzi e grida di aiuto.

È un romanzo originale, di protesta contro le giustizie, la codardia, le guerre e gli abusi. Sicuramente non un libro che può essere assimilato in poco tempo, comunque occorre conoscere le vicende del territorio ed entrare in empatia con chi vive in questi luoghi dilaniati. 

Gianpiero

92 commenti

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