Recensione “Il fu Mattia Pascal” – Pirandello

Autore : Pirandello
Casa Editrice : Newton Compton

“Com’è come non è, stasera in sezione c’è l’universo mondo. Stipati peggio del giorno della festa a Luigino, l’aria finisce subito e si rimane a respirare sudore, alito all’aglio e scuregge. Ma vale la pena, ché dopo la buriana dei giorni scorsi c’è da arrotare parole come baionette”

Recensire questo meraviglioso libro è difficile in poche battute. Le sensazioni che vengono fuori da questo capolavoro di Pirandello, uno dei romanzi più celebri e apprezzati, sono tante e tutte positive.
Quello che scopriamo è un mondo popolato da personaggi gretti e cupi, avidi ed avari, una situazione in cui il protagonista è calato in una gabbia oppressiva in cui si manifesta il disagio economico con annessi problemi personali e lavorativi.

Un tragico evento però concede al protagonista una seconda possibilità, sparire e inventarsi una nuova vita alternativa, dove potersi costruire un passato ben strutturato e fuggire da tutto per iniziare un nuovo percorso dove il desiderio lo condurrà spavaldamente, ma l’incessante incertezza è capire se davvero i fantasmi del passato saranno ancora presenti. 

Ciò che colpisce di questo romanzo è non solo l’utilizzo di terminologia non consueta ed al tempo stesso elegante ma, anche gli ambienti in cui il protagonista si muove vengono descritti con piccoli e precisi dettagli, anche per la narrazione in prima persona. 
Abbiamo quindi il classico antieroe, ricco di un’introspezione su cui riflettere tanto, anche perché è ancora oggi un testo con un messaggio importante: non possiamo vivere come vogliamo perchè le regole che la società ci impone  sono piene di vincoli.


Gianpiero

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